(Immagine http://www.lapermanente.it)
Mi è capitato di recente di dover scrivere alcune email in tedesco, su argomenti un po’ delicati e nei quali la scelta delle parole aveva o poteva avere una discreta rilevanza. Non sono mai particolarmente tranquilla quando mi trovo in queste situazioni. Non ho una padronanza tale della lingua da poter essere certa al cento per cento di esprimere i concetti che voglio, soprattutto in discorsi mediamente complessi, nei quali le sfumature sono importanti.
Scrivo, rileggo, correggo, rileggo, limo. Tolgo, aggiungo. Lavoro più di sottrazione che di addizione, prevalentemente, e ho scoperto che molto spesso il togliere aiuta assai di più dell’aggiungere.
Un’altra cosa ho scoperto, inizialmente in modo abbastanza sorprendente, poi riflettendoci un po’ meno. Riuscivo a mantenere una incredibile lucidità e una visione d’insieme dell’argomento, delle problematiche, del peso che poteva essere dato a ciò che io scrivevo come mai mi è capitato in una vita con lo scrivere nella mia lingua. Quasi che scrivendo in un modo che non mi appartiene in modo viscerale, ma che anzi deve essere attentamente ponderato, io avessi avuto la possibilità, senza alcun particolare sforzo in tal senso, di mantenere una totale distanza emotiva dal tema, quasi come se stessi parlando di avvenimenti accaduti a qualcun altro.
Sono stata ancora una volta piacevolmente sorpresa dagli effetti positivi della “giusta distanza”, dall’essere totalmente in se stessi, stando però, nello stesso tempo, nella percezione di un tutto più ampio che la visione d’insieme. Che sia uno dei pochi effetti positivi del tedesco?!